Viene presentata la prospettiva storiografica e teoretica di padre Orlando Todisco, che soprattutto nel suo ultimo volume ha intrapreso una decostruzione della storia della filosofia europea al fine di riproporre quei sentieri filosofici (tracciati dai tre principali maestri francescani medievali) che, abbandonati durante l’età moderna, possono ora aiutare la filosofia cristiana a raccogliere le istanze legittime della modernità e della post-modernità, evitandone al contempo gli esiti nichilistici e secolaristici. In particolare, Todisco individua l’essenziale del pensiero francescano nel primato del bene, a partire dall’ammirazione di Francesco per l’«onnipotente e bon Signore» e secondo tre linee diverse in Bonaventura, Scoto e Occam; in base a tale primato, propone di sviluppare oggi una filosofia per la quale l’essere sia dono, e il pensare sia davvero ringraziare. La sua tesi centrale è che «il vero è vero se rivestimento, provvisorio e funzionale del bene, e il bene è bene se gratuito»; di fronte all’eccedenza di bene che è la gratuità, occorre una risposta che è l’eccesso mentale e la coniugazione o inclusione universale, quale antidoto alla violenza a cui sembra oggi destinato l’Occidente.