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Título Artículo I graduali miniati dell’arcivescovo Rinaldo Graziani OFMConv nella Biblioteca Comunale di Bagnacavallo: storia e stileArtículo de Revista
Parte de Il Santo : Rivista francescana di storia dottrina arte.
Año 39 Ser. 2 Fasc.1-2 (1999)
Pagina(s) 523-551
Autor(es) Caverzan, Daniela (Autor)
Idioma Español;
Resumen I quattro Graduali cinquecenteschi oggetto di questo studio, commissionati dal francescano Rinaldo Graziani e conservati nella Biblioteca Comunale di Bagnacavallo, si presentano come un gruppo unitario di testi liturgici riccamente figurati e decorati. L'interesse che nel corso del tempo gli studiosi hanno riservato a questi codici si è risolto in sporadiche citazioni in cui ci si è limitati per lo più ad individuare genericamente il carattere bolognese delle miniature. Solo in anni recenti Ulrike Bauer-Eberhardt ha dedicato particolare attenzione ai corali, ribadendone l'appartenenza alla cultura figurativa felsinea ed individuando in Giovanni Battista Cavalletto e nel figlio Scipione gli autori rispettivamente delle miniature figurate e degli ornati. La proposta attributiva della studiosa, però, sembra quanto meno discutibile, tanto che si è ritenuto opportuno riprendere in considerazione il problema approfondendo l'indagine. Nella maniera di quello che è stato indicato come il maestro dei Graduali di Bagnacavallo - a nostro avviso responsabile, salvo una trascurabile eccezione, dell'intera realizzazione dei codici - si è potuto così individuare non solo una generica affinità con lo stile ben più sostenuto di Giovanni Battista Cavalletto, ma, soprattutto, una nuova componente, maggiormente legata alla precoce attività miniatoria del pittore Bartolomeo Ramenghi da Bagnacavallo, recentemente ipotizzata da Angelo Mazza. Rilevando una maggior vicinanza di gusto e di stile con opere datate entro la prima decade del Cinquecento, inoltre si è proposto di anticipare di qualche anno la data di esecuzione delle miniature rispetto a quella della donazione, che le carte dei codici attestano al 1518. Infine, si è ritenuto opportuno riservare un'attenzione particolare anche al ricco e fantasioso repertorio ornamentale, confrontato con quello di altri manoscritti bolognesi contemporanei, tra i quali i bellissimi Rotuli dello studio.