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Título Artículo «Pictorie Studium» appunti sugli usi e lo statuto della pittura nella Padova dei CarraresiArtículo de Revista
Parte de Il Santo : Rivista francescana di storia dottrina arte.
Año 39 Ser. 2 Fasc.1-2 (1999)
Pagina(s) 467-504
Autor(es) Donato , Maria Monica (Autor)
Idioma Español;
Resumen Lo studio muove da una rilettura della testimonianza di Michele Savonarola (anni '40 del XV secolo) sulla pittura padovana del Trecento, sottolineandone la novità nella storia della letteratura artistica. Si propone poi di mostrare come la concezione della pittura del Savonarola, fortemente connotata in senso intellettuale, e implicante un elevato prestigio anche sociale, risalga alla sua formazione in una cultura che è ancora quella della signoria carrarese, e trovi rispondenza nell'effettivo prestigio di cui la pittura aveva goduto a quell'epoca. Dopo aver esaminato il significato del "neogiottismo" del secondo Trecento dal punto di vista degli usi e dello status della pittura, si passano in rassegna i tratti che in età carrarese le conferivano la rilevanza ancora valida per Savonarola: l'intensità e l'estensione della pratica pittorica, la diramata articolazione della committenza che affida ai cicli pittorici la propria immagine, la complessità dei contenuti, che spesso presuppone l'apposito impegno di un inventor (nel caso della cappella di S. Giacomo, si propone di riconoscere questo ruolo a Lombardo della Seta). In particolare, ci si sofferma sui messaggi politico-dinastici e sui modi della loro visualizzazione, proponendo di interpretare le ultime storie nella cappella di S. Giacomo e quelle di Luca Belludi nella cappella dei Conti alla luce del "mito di fondazione" della signoria carrarese - la liberazione della città da un dominio straniero -, particolarmente attuale al momento della minaccia veneziana. La cappella Lupi, infatti, conteneva le spoglie di Pietro de' Rossi, "liberatore" della città, mentre Luca Belludi era passato alla storia della città come fiero censore di Ezzelino da Romano. In conclusione, si verifica come le novità figurative di età carrarese si siano prodotte in un contesto incline a quella valorizzazione "mentale" della pittura, di cui si sarebbe fatto interprete Savonarola.