La figura di Achille Casanova - cui spettano gli affreschi nell'abside della basilica di Sant'Antonio a Padova, già oggetto di uno studio dell'autrice - viene ricostruita a partire dallla prima formazione, significativamente compiuta in ambito artigianale, fino ai successi ottenuti al fianco di Alfonso Rubbiani e dei compagni dell'"Aemilia Ars" alle esposizioni internazionali di Torino (1902) e Venezia (1903), analizzandone in particolare l'impegno nel campo della decorazione sacra e profana. Personalità di spicco nel panorama culturale bolognese tra Otto e Novecento, capofila di quella che può definirsi, tra i movimenti d'ispirazione modernista in Italia, una precoce e tiepida "avanguardia", Casanova deve forse il successivo oblio proprio alla sua radicale "scelta di campo" in favore dell'arte decorativa, che lo vede per lo più legato alle imprese collettive e poco commerciabili. Tuttavia, un recente riaccendersi degli studi intorno ai temi del Liberty e del movimento bolognese giustifica l'urgenza di recuperarne il profilo d'artista.