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Título Artículo L'operatività del cantiere di Giusto de' Menabuoi al Santo e di Altichiero nell'oratorio di San GiorgioArtículo de Revista
Parte de Il Santo : Rivista francescana di storia dottrina arte.
Año 42 Ser. 2 Fasc.1-3 (2002)
Pagina(s) 403-408
Autor(es) Colalucci , Gianluigi (Autor)
Idioma Español;
Resumen Il raffronto tra l'operatività del cantiere di Giusto de' Menabuoi nella cappella Belludi al Santo e quello di Altichiero da Zevio nell'oratorio di San Giorgio permette di individuare le affinità e le diversità dei modi di eseguire l'affresco e di organizzare il cantiere adottati dai due maestri. Essi usano la tecnica classica dell'affresco, ma Altichiero aggiunge ai pigmenti un "medium" proteico che permette di allungare i tempi di esecuzione dell'affresco e che conferisce alla pellicola pittorica maggiore preziosità. Nel cantiere trecentesco operano molte mani, ma nell'insieme lo stile della pittura è unitario perché viene impresso dal maestro attraverso l'invenzione, il disegno, la preparazione, il controllo e la revisione del lavoro, nonché, in qualche caso, da una propria maniera di interpretare la tecnica dell'affresco. Il lavoro collegiale del cantiere trecentesco non permette di individuare in maniera certa l'autografia del maestro nelle singole figure attraverso dati oggettivi come l'esecuzione tecnica o l'operatività di cantiere: è ancora il dato stilistico a poter dare indicazioni in questo senso.