Recenti restauri hanno portato a nuove riflessioni sull'attività di Andriolo de' Santi a Padova e sull'organizzazione della sua bottega. Lo studio delle tecniche, i risultati delle analisi sui materiali, i dati documentari sembrano confermare una prassi operativa in virtù della quale il capobottega delegava in parte ai suoi collaboratori - tra i quali figurava un certo Giovanni, probabilmente suo figlio - l'esecuzione delle opere, determinando talvolta rilevanti scarti qualitativi. Le urne sepolcrali di Jacopo e Ubertino da Carrara sono opere di grande articolazione e complessità, nelle quali si verifica una sostanziale interrelazione tra architettura, scultura e pittura. Stretti sono i rapporti con la pittura contemporanea, in particolare con gli affreschi padovani di Guariento.