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Título Artículo Le tombe dei dottori al Santo. Considerazioni sulla loro tipologiaArtículo de Revista
Parte de Il Santo : Rivista francescana di storia dottrina arte.
Año 42 Ser. 2 Fasc.1-3 (2002)
Pagina(s) 277-297
Autor(es) Wolff , Ruth (Autor)
Idioma Español;
Resumen Nel terzo capitolo del suo "Libellus de magnificis ornamentis Regie Civitatis Padue", Michele Savonarola, medico padovano del XV secolo, descrive i monumenti funebri dei "viris illustribus non sacris" di Padova, definizione che ovviamente comprende anche i "dottori". La tipologia savonaroliana e il rilievo di monumenti funebri tuttora esistenti e di altri che conosciamo solo tramite le fonti confermano il ruolo secondario della rappresentazione figurativa dei docenti nelle loro tombe della Padova trecentesca. Sia la raffigurazione del "doctor in cathedra" sia quella del "gisant" (vedi le tombe di Bonjacopo Sanvito e Raniero degli Arsendi nel chiostro del Capitolo al Santo) dimostrano del resto un'iconografia diversa da quella dei numerosi esempi bolognesi. Rilevando il significato del materiale costitutivo delle arche e di una loro caratteristica architettonica (l'innalzamento dei sarcofaghi su quattro colonne), Savonarola nel suo "Libellus" ci offre inoltre indicazioni essenziali per comprendere la genesi e lo sviluppo delle tombe dei dottori e la loro "patavinitas". A Padova la semantica del materiale e la predilezione di forme semplici rivelano il concetto della "vetustas" delle arche, testimoniato in modo esemplare ed esplicito nell'arca del Petrarca ad Arquà. L'onore del sollevamento delle arche su quattro colonne inquadra invece tombe di santi e di laici (dottori più precocemente) in un contesto comune che svela una fitta rete di connessioni e dipendenze fra i monumenti funebri padovani.