La basilica e il convento del Santo fin dal Duecento, ma soprattutto nel corso del Trecento, divennero un luogo di sepoltura assai richiesto da parte di personaggi di spicco o di famiglie abbienti, assumendo via via una fisionomia marcatamente funeraria che oggi solo in minima parte si conserva. Considerando le intenzioni di tumulazione presso il complesso antoniano espresse in un congruo numero di testamenti trecenteschi padovani, insieme all'evidenza delle tombe e dei sigilli ancora esistenti, è possibile ridisegnare tale facies e ricostruire i luoghi privilegiati e le scelte particolari nell'assetto del sepolcro, motivati dalla devozione, ma spesso, anche, da una consapevole politica d'immagine per sé e la propria famiglia.