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Título Artículo Una precisazione e una proposta per Antonio Pizzocaro: il perduto oratorio della Concezione a Vicenza e la chiesetta di Villa Piovene a CastelgombertoArtículo de Revista
Parte de Il Santo : Rivista francescana di storia dottrina arte.
Año 47 Ser. 2 Fasc.1-2 (2007)
Pagina(s) 219-248
Autor(es) Trevisan, Luca (Autor)
Idioma Español;
Resumen Nel 1642 l’architetto vicentino Antonio Pizzocaro, invero all’epoca registrato ancora in qualità di muraro, innalzava il nuovo oratorio della Concezione (opera perduta) a ridosso della chiesa francescana di San Lorenzo a Vicenza, in sostituzione di precedente chiesetta eretta nel 1325 per la confraternita omonima, assai prossima ai frati del convento. Alcuni documenti conservati nell’Archivio di Stato di Vicenza hanno consentito di precisare la cronologia dell’intervento (sino ad oggi sfocata dalla maggior parte della critica), che il dato documentale assegna con certezza al Pizzocaro. Il discorso si fa particolarmente significativo e interessante se messo in relazione con un’altra piccola chiesa a mio avviso di pochi anni più tarda, che, come cercherò di provare, ritengo, contrariamente al giudizio sin qui espresso dalla critica, sia pure ascrivibile al Pizzocaro. Si tratta della chiesetta annessa alla villa Piovene-Porto-Da Schio di Castelgomberto, eretta (così come la villa, benché questa fosse iniziata circa un decennio dopo e completata nel 1666) dai fratelli Agostino, Antonio e Giovanni Piovene (quest’ultimo canonico della Cattedrale), i quali – secondo suggeriscono i documenti – frequentavano la chiesa di San Lorenzo ove esisteva la sepoltura del padre Lelio e l’altare di famiglia da questi rinnovato qualche anno prima dell’avvio del sacello privato di Castelgomberto. Questo, del resto, presenta cospicue affinità morfologiche con l’oratorio della Concezione, attaccato a San Lorenzo, che cercherò di mettere in debita evidenza, anche attraverso alcune stampe del primo Ottocento che rivelano l’aspetto dell’oratorio prima che questo venisse trasformato in abitazione privata e poi distrutto ai primi del Novecento. Risulta accreditata, nella maniera che tenterò di chiarire, l’ipotesi di un contatto tra il Pizzocaro impegnato nel cantiere della Concezione e i fratelli Piovene, che del primo divennero i committenti per la rifabbrica del proprio sacello privato. Gli eventi che legano, pertanto, i due edifici e che li rendono comprensibili si intrecciano inevitabilmente a una serie di vicende storiche che vedono coinvolta, una volta ancora, la chiesa vicentina di San Lorenzo, della quale mi è parso significativo rimarcare, in questo contributo, il pregnante ruolo di tramite.