Poggio Bracciolini nel De avarizia scriveva che l'opera dei frati predicatori di penitenza nel Quattrocento era facile, perché in ogni città ripetevano le stesse cose al popolo, lasciandolo più sciocco di prima. Questi pregiudizi degli umanisti furono vinti dagli stessi predicatori perché era sufficiente che alzassero la voce e nessuno più badava a quelle derisioni. La loro azione si estrinsecava con l'ampliamento delle loro conoscenze attraverso lo studio, al fine di poter offrire un servizio più efficace alle masse nella cura animarum; le loro prediche avevano lo scopo di ricondurre alla concordia e alla penitenza gli uomini in preda alle passioni più sfrenate.