a lettura e il relativo studio dei Sermones di Luca da Bitonto hanno evidenziato la frequenza continua di immagini e similitudini animali. Evidenti sono in queste immagini le affinità e le finalità con quelle di sant'Antonio di Padova: finalità, che nulla hanno a che vedere con la scienza. Tutti gli animali, infatti, descritti o evocati sono interpretati simbolicamente e riferiti ad insegnamenti spirituali e morali. Il ricorso costante di Luca da Bitonto al mondo animale evidenzia la fedeltà alla concezione cristiana e medievale secondo cui la natura è segno o simbolo di realtà divine, specchio di Dio. L'esegesi scritturistica del francescano pugliese veniva così ad inscriversi, attraverso i mezzi teologici, in una architettura spirituale che si materializzava nel mondo animale, Specchio del mondo e di Dio, dal significato eterno. Per cui, "omnis mundi creatura quasi liber et pictura nobis est in speculum; nostrae vitae, nostrae sortis fidele signaculum" (Alano di Lilla, "Rhytmus alter", P.L. 210, col. 579).