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Título Artículo Assisi e Padova, penitenza e taumaturgia: due esperienze diverse di pellegrinaggio nel primo TrecentoArtículo de Revista
Parte de Il Santo : Rivista francescana di storia dottrina arte.
Año 51 Ser. 2 Fasc.2-3 (2011)
Pagina(s) 475-489
Autor(es) Cooper, Donal (Autor)
Robson, Janet (Autor)
Idioma Español;
Resumen Il contributo si propone di esaminare la trasformazione, contemporanea e tuttavia diversa, dell'altro grande santuario dell'Ordine francescano all'inizio del Trecento, la tomba di san Francesco ad Assisi. Nel caso padovano l'ubicazione della basilica del Santo offriva le condizioni idonee a un'espansione architettonica della stessa. Allo stesso modo, il luogo della sepoltura di sant'Antonio favoriva la traslazione del corpo del santo, nonché la rimozione da questo di parti anatomiche con funzione di reliquie mobili. Niente di tutto ciò era possibile ad Assisi. L'angusta topografia del Collis Paradisi precludeva la costruzione di un ambulatorio che facilitasse l'accesso all'altare maggiore della basilica inferiore. La sepoltura originaria di san Francesco nel 1230 sotto l'altar maggiore è stata oggetto di grandi controversie e, mentre gli studiosi francescani continuano a dibattere sullo specifico assetto della tomba duecentesca, sembra comunque assodato che il corpo del santo fosse inaccessibile e, quasi sicuramente, invisibile, sepolto ben al di sotto del piano dell'altare maggiore. Per ciò che riguarda le reliquie mobili, gli inventari della sacrestia della basilica assisiate registrano capelli di san Francesco, frammenti del saio del santo e fiale contenenti il sangue delle stimmate, ma nessuna importante reliquia che possa essere paragonata alla lingua o al mento di sant'Antonio. Il contributo intende esaminare come i frati di Assisi, invece di insistere sul valore taumaturgico della tomba di san Francesco, intesero valorizzare i benefici penitenziali del pellegrinaggio connessi alla concessione di indulgenze. Fondamentale in questo senso fu il richiamo esercitato dall'indulgenza annuale del Perdono (1-2 agosto), associata alla Porziuncola. Sebbene la Porziuncola e la basilica di San Francesco si trovassero in seguito a competere per l'attenzione dei pellegrini essendo state assegnate a rami separati dell'Ordine, nel XIV secolo l'indulgenza del Perdono era amministrata dal custode del Sacro Convento mentre le offerte dei pellegrini erano raccolte nella sacrestia della basilica. La testimonianza del 1300 della beata Angela da Foligno conferma il ruolo centrale giocato dalla basilica nella celebrazione del Perdono. L'enfasi posta sulla penitenza e sulla confessione, fondamentali per ricevere un'indulgenza, offre nuove prospettive interpretative sugli affreschi delle prime due decadi del Trecento della basilica inferiore e, in particolar modo, nella cappella della Maddalena e sui cicli dei transetti.