Il saggio prende avvio dalla considerazione delle lunette sopra l'antico ingresso alla sacrestia della basilica del Santo che, pur molto ridipinto, è riferibile a un artista veneziano operante agli inizi del Trecento. Nello stesso torno di tempo l'attività di pittori lagunari nella terraferma veneta risulta d'altronde tutt'altro che isolata, convivendo e interagendo con il primo affermarsi delle novità giottesche, in molti casi proprio in chiese e conventi dei frati Minori. La lunetta padovana presenta, inoltre, una raffigurazione congiunta dei santi Francesco e Antonio, offrendo l'occasione per un quadro d'insieme sull'iconografia dei due santi francescani in ambito veneto nei decenni intorno al 1310, quando si compie la varia et inmensa mutatio della basilica antoniana.