Camposampiero costituisce l’ultima tappa nell’itinerario francescano di Antonio: la narrazione di quanto accadde in quelle quattro settimane del maggio-giugno 1231 costituisce un concentrato di topoi agiografici francescani ed evoca antiche consuetudini eremitiche; il rapporto di Antonio col potente signore del luogo, Tiso Da Camposampiero, rientra in una serie di incontri tra umili frati e ricchi signori che scandiscono la storia del primo francescanesimo. Il passo dell’Assidua che narra gli ultimi giorni di vita di Antonio a Camposampiero é probabilmente ispirato alle norme dettate da Francesco per i frati ritiratisi negli eremi e insiste sulla contemplazione della natura e sulla meditazione; il centro abitato che sorgeva accanto al castello resta ai margini della narrazione.
L’unico protagonista accanto ad Antonio è Tiso Da Camposampiero, fedele al leato degli Estensi e nemico acerrimo dei Da Romano. Il rapporto tra il santo e il signore risaliva forse ad anni precedenti, al periodo in cui Tiso era stato nella Marca di Ancona come vicario di Azzo d’Este e Antonio percorreva quel territorio predicando. Si trattava di relazioni umane, sociali e anche politiche: e lo conferma la presenza a Camposampiero accanto ad Antonio di frate Luca Belludi, che coltivava stretti rapporti con l’aristocrazia cittadina. I legami tra Antonio e i frati minori e la famiglia dei Da Camposampiero andarono ben oltre – prima e dopo – l’episodio degli ultimi giorni di vita di Antonio.