La pala di Vittore Carpaccio per San Francesco a Pirano, 1518. Un’introduzione storiografica nella prospettiva delle ricerche più recentiArtículo de Revista
La citazione di Luigi Lanzi nella Storia pittorica della Italia (1809) della pala di Pirano costituisce la base della sua fortuna critica successiva, a partire dalle opere di Pietro Stancovich (1829) e Vincenzo De Castro (1848). Subito dopo, il profilo del Carpaccio in lingua croata di Ivan Kukuljevic Sakcinski (1858) diviene oggetto di aspre polemiche di carattere ideologico-nazionale. Mentre la periegetica locale insiste sui presunti natali istriani del pittore, la prima svolta critica è data da Giovanni Battista Cavalcaselle, che disegna e annota la pala nel suo taccuino di viaggio istriano. Se va considerata la tutela del dipinto da parte della Central-Commission asburgica, rimane tuttora fondamentale l’Album (1887) di padre Granic insieme al testamento di Gregorio barbitonsore (1502), entrambi oggetto di una nuova lettura.