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Título Artículo Limiti territoriali dell’attività della bottega dei Lombardo lungo la costa adriatica orientaleArtículo de Revista
Parte de Il Santo : Rivista francescana di storia dottrina arte.
Año 61, Fasc. 1-2 (2021)

Pagina(s) 39-53
Autor(es) Stefanac, Samo (Autor)
Idioma Español;
Resumen L’architettura della cappella della chiesa dei frati Minori Conventuali di Pirano, destinata ad accogliere il dipinto del Carpaccio del 1518, viene sempre messa in relazione con la bottega di Pietro Lombardo e in particolare del suo figlio Tullio. Nel tardo Quattrocento e agli inizi del Cinquecento, la bottega dei Lombardo, insieme a quelle associate, fu quella più importante e attiva in Venezia, e la loro attività non si limitò a operare solo nella città lagunare e nella sua terraferma, spingendosi, a nord, sud e a ovest, fino ai limiti estremi del territorio della Serenissima (Friuli, Ravenna, Bergamo). Si ha un quadro un po’ diverso sulla costa orientale dell’Adriatico: mentre in Istria troviamo un numero notevole di loro opere e la loro attività si espande fino alle isole del Quarnero (duomo di Ossero/Osor), in Dalmazia, parte cospicua del territorio della Repubblica di Venezia che si estendeva fino alle Bocche di Cattaro, non ci sono opere della bottega dei Lombardo né testimonianze documentarie della loro attività . Nel presente contributo si richiama l’attenzione sulle ragioni di tale assenza, dovuta probabilmente in primo luogo al ruolo dominante delle due generazioni dei maestri operanti in Dalmazia, soprattutto Giorgio da Sebenico seguito poi da Niccolò di Giovanni Fiorentino. A entrambi furono affidate le commissioni più prestigiose non solo nella zona, bensì anche sulla sponda occidentale dell’Adriatico (Marche, Puglia). Sembra che in queste circostanze Dalmazia fosse autosufficiente e che i Lombardo nemmeno cercavano lavoro in questa regione.