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Título Artículo Una statua del Santo, ma non solo, parte da Padova per l’Africa Orientale il 15 marzo 1936Artículo de Revista
Parte de Il Santo : Rivista francescana di storia dottrina arte.
Año 63 Fasc. 1 (2023)

Pagina(s) 137-156
Autor(es) Volpe, Pompeo (Autor)
Idioma Español;
Resumen Negli anni 1935-1937, durante la conquista e l’occupazione dell’Etiopia, l’Italia è attraversata da una ventata di esaltazione coloniale che pervade tutte le componenti della società ivi comprese le comunità cattoliche e gli ordini religiosi. La presente micro-storia ricostruisce il contesto e le specifiche vicende correlate all’invio in Africa Orientale di una statua di sant’Antonio di Padova, si basa largamente sulle fonti dell’Archivio della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova dei Frati minori conventuali e analizza il ruolo centrale svolto dal rettore della basilica del Santo, p. Giacomo Gorlatto ofmconv, che interloquisce con i dirigenti della Confederazione Fascista dei Lavoratori dell’Agricoltura, con le Istituzioni e i gerarchi fascisti, con il Regio residente di Quòram, con i confratelli e con le gerarchie cattoliche italiane ed eritree. La devozione e il carisma di sant’Antonio vengono declinati in chiave coloniale, ovvero tramite la sua statua il Santo non mancherà di far scendere le sue benedizioni e aiutare così l’opera di civilizzazione favorita dalla gloriosa conquista italiana.
Negli anni 1935-1937, durante la conquista e l’occupazione dell’Etiopia, l’Italia è attraversata da una ventata di esaltazione coloniale che pervade tutte le componenti della società ivi comprese le comunità cattoliche e gli ordini religiosi. La presente micro-storia ricostruisce il contesto e le specifiche vicende correlate all’invio in Africa Orientale di una statua di sant’Antonio di Padova, si basa largamente sulle fonti dell’Archivio della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova dei Frati minori conventuali e analizza il ruolo centrale svolto dal rettore della basilica del Santo, p. Giacomo Gorlatto ofmconv, che interloquisce con i dirigenti della Confederazione Fascista dei Lavoratori dell’Agricoltura, con le Istituzioni e i gerarchi fascisti, con il Regio residente di Quòram, con i confratelli e con le gerarchie cattoliche italiane ed eritree. La devozione e il carisma di sant’Antonio vengono declinati in chiave coloniale, ovvero tramite la sua statua il Santo non mancherà di far scendere le sue benedizioni e aiutare così l’opera di civilizzazione favorita dalla gloriosa conquista italiana.