Nova et vetera: vuole alludere ad antiche citazioni (le più antiche!) relative a Icopone da Todi, rimaste fino ad ora completamente ignorate, e per questo «nuove»; vuole riproporre alcune laude conosciute, alcune anche edite (o mal edite), ora presentate nella loro scrupolosa grafia, desunte da alcuni codici trecenteschi della celebre Biblioteca del Sacro Convento di Assisi, con certe varianti sorprendenti. Segnala infine due codici del secolo XV sfuggiti anche all’ultima recente catalogazione dei testi iacoponici.