Fra il 1830 e il 1940 la basilica antoniana ha subìto una serie di modifiche architettoniche e decorative. Oltre cent’anni di cantieri quasi ininterrotti che costituiscono l’oggetto del presente contributo. Il “palinsesto antoniano” in quegli anni è infatti al centro di una vera e propria “rilettura” storicistica, a opera di alcuni personaggi chiave fra i quali Pietro Selvatico, Valentino Schmidt, gli architetti Berchet e Barberi, e che trova culmine nell’intervento boitiano del 1895. Gli interventi di Boito crearono poi la necessità di procedere alla decorazione pittorica dell’edificio. A questo proposito la Veneranda Arca, ente deputato alla salvaguardia della basilica, si avvalse dell’opera di artisti che contribuirono a rendere emblematica l’esperienza della fabbrica antoniana. Questo studio dei cantieri antoniani si basa sull’integrazione tra documenti, disegni e progetti relativi ai cantieri, rinvenuti presso l’archivio antoniano.